1. Classificazione in base alla capacità dell'utente (distinzione clinica più comune)
Questo è il modo principale in cui le strutture mediche classificano le camere di ossigeno, poiché ha un impatto diretto sulla logistica del trattamento e sull'assistenza ai pazienti.
a. Camere di ossigeno monoposto (camere per una sola persona)
- Progettazione e struttura: Unità compatte e sigillate (tipicamente lunghe 2-3 metri e con un diametro di 1 metro) realizzate in acrilico trasparente o acciaio. Funzionano come un "sistema chiuso": l'intera camera è riempita con ossigeno al 100% sotto pressione.
- Intervallo di pressione: 1,5–3 atmosfere assolute (ATA), corrispondenti all'intervallo iperbarico richiesto per i trattamenti basati sull'evidenza.
- Somministrazione di ossigeno: I pazienti respirano l'aria contenente ossigeno al 100% all'interno della camera (non è necessaria alcuna maschera), semplificando l'uso per chi ha mobilità limitata (ad esempio, pazienti con ferite che non guariscono).
- Scenari di utilizzo:
-
- Trattamenti ambulatoriali (ad esempio, ulcere del piede diabetico, lieve avvelenamento da CO).
-
- Cure di emergenza per pazienti singoli (ad esempio, malattia da decompressione nei subacquei solitari).
- Professionisti: Facile da igienizzare, bassi costi operativi, non è necessario l'ingresso del personale medico durante il trattamento.
- Contro: Limitato a un paziente alla volta; lo spazio ristretto può causare claustrofobia in alcuni utenti.
b. Camere di ossigeno multiposto (camere multipersona)
- Progettazione e struttura: Ampie camere con pareti in acciaio (spesso lunghe 4-6 metri e con un diametro di 2-3 metri) che possono ospitare da 2 a 10 persone (pazienti + 1-2 membri del personale medico). A differenza delle camere monoposto, la camera stessa è riempita con aria compressa (non ossigeno puro) per ridurre i rischi di incendio.
- Intervallo di pressione: 1,5–3 ATA (stesso intervallo iperbarico del monoposto).
- Somministrazione di ossigeno: I pazienti ricevono ossigeno al 100% tramite maschere facciali, cappucci o tubi endotracheali (per i pazienti intubati), mentre il personale respira aria compressa o ossigeno supplementare.
- Scenari di utilizzo:
-
- Casi complessi che richiedono monitoraggio medico in camera (ad esempio, fascite necrotizzante grave, pazienti sottoposti a supporto vitale).
-
- Trattamenti di gruppo (ad esempio, più subacquei con malattia da decompressione o pazienti con lesioni da radiazioni che necessitano di sedute regolari).
- Professionisti: Consente l'assistenza pratica (ad esempio, la regolazione delle flebo, il monitoraggio dei segni vitali); riduce la claustrofobia grazie alla condivisione dello spazio.
- Contro: Elevati costi di installazione e di esercizio; richiede personale specializzato per gestire la pressione e l'erogazione di ossigeno.
2. Classificazione per livello di pressione (iperbarica vs. normobarica)
Questa distinzione distingue le camere in base al fatto che superino o meno la pressione atmosferica, un fattore chiave per i loro effetti terapeutici.
a. Camere iperbariche ad ossigeno (camere HBO)
- Definizione: Camere che operano a sopra 1 atmosfera (ATA) (tipicamente 1,5–3 ATA). Questo è l'unico tipo di farmaco che si è dimostrato efficace per le condizioni discusse in precedenza (DCS, avvelenamento da CO, ferite che non guariscono).
- Sottotipi: Include sia le camere monoposto che quelle multiposto (come sopra). Sono regolamentate come dispositivi medici (ad esempio, dispositivi di Classe III della FDA negli Stati Uniti) e richiedono prescrizione medica.
- Caratteristica principale: Aumenta i livelli di ossigeno nel plasma di 10–20 volte rispetto all'aria normale, consentendo l'apporto di ossigeno ai tessuti carenti di ossigeno (ad esempio, arti danneggiati, cervelli avvelenati).
b. Camere di ossigeno normobariche (camere a pressione normale)
- Definizione: Camere che operano a 1 atmosfera (ATA) (uguale alla pressione a livello del mare). Forniscono ossigeno ad alta concentrazione (60-100%) ma senza aumento della pressione.
- Progettazione e tipologie:
-
- Tende ad ossigeno: Piccole strutture simili a tende (per i letti) utilizzate negli ospedali per trattare l'ipossiemia lieve (ad esempio, polmonite, recupero post-operatorio).
-
- Camere normobariche portatili: Unità compatte e pieghevoli (spesso utilizzate in casa) che erogano ossigeno tramite una cannula nasale o una maschera.
- Scenari di utilizzo:
-
- Supporta i livelli di ossigeno nei pazienti con lievi problemi respiratori (non indicato per condizioni iperbariche).
-
- Alcuni utilizzi per il “benessere” non sono stati dimostrati (ad esempio, il recupero sportivo), anche se le prove a sostegno di questi sono deboli.
- Nota critica: Le camere normobariche non possono sostituire le camere iperbariche in condizioni che richiedono una pressione maggiore (ad esempio, DCS, grave avvelenamento da CO): il loro apporto di ossigeno non è più efficace delle maschere di ossigeno standard.
3. Tipi specializzati (uso clinico o industriale non standard)
a. Camere iperbariche portatili (bassa pressione)
- Progetto: Unità leggere e gonfiabili (realizzate in tessuto resistente) che operano a 1,3–1,5 ATA (inferiori ai livelli iperbarici clinici completi).
- Utilizzo: Trattamento di emergenza in loco (ad esempio, subacquei in località remote, infortuni sportivi) prima del trasferimento in una struttura medica completa.
- Limitazione: Non approvato per condizioni complesse o a lungo termine (ad esempio, ferite che non guariscono).
b. Camere ad ossigeno industriali
- Scopo: Utilizzato in ambienti di lavoro ad alta pressione (ad esempio, costruzioni in acque profonde) per prevenire la malattia da decompressione nei lavoratori.
- Progetto: Simile alle camere cliniche multiposto ma ottimizzato per i team industriali (ad esempio, spazio più ampio, materiali robusti).
Confronto chiave dei principali tipi
Caratteristica
|
Iperbarico monoposto
|
Iperbarico multiposto
|
Normobarico
|
Pressione
|
1,5–3 ATA
|
1,5–3 ATA
|
1 MINUTO
|
Fonte di ossigeno
|
Aria della camera (100%)
|
Maschere/cappucci (100%)
|
Maschere/tende (60–100%)
|
Capacità dell'utente
|
1 persona
|
2–10 persone
|
1–2 persone
|
Efficacia clinica
|
Testato per le condizioni indicate dall'HBO
|
Testato per le condizioni indicate dall'HBO
|
Limitato a lieve ipossiemia
|
Costo
|
Inferiore
|
Più alto
|
Il più basso
|
Conclusione
Il tipo di camera di ossigeno utilizzata dipende da obiettivi del trattamento, bisogni del paziente, E linee guida cliniche:
- Solo per terapie iperbariche basate sull'evidenza (ad esempio, DCS, avvelenamento da CO) camere iperbariche monoposto o multiposto (1,5–3 ATA) sono efficaci.
- Le camere normobariche sono riservate al supporto respiratorio lieve e non hanno alcun ruolo nelle condizioni indicate dalla terapia iperbarica.
- Le camere portatili o industriali servono solo per scopi di emergenza o lavorativi di nicchia, ma non possono sostituire la completa assistenza clinica iperbarica.
Quando si prende in considerazione un trattamento, accertarsi sempre che la camera soddisfi gli standard normativi medici (ad esempio, la certificazione UHMS) e sia prescritta da uno specialista in medicina iperbarica.